Perché umanizzare paga: il caso Ikea.
Sempre più spesso molti brandi stanno finalmente dicendo basta alla marchetta. Il linguaggio che si adotta è quello dei propri clienti, si entra nelle loro vite, li si accompagna nelle loro scelte e lotte quotidiane. I brand si stanno, in poche parole, umanizzando.
Tra le parole che possiamo invidiare al lessico inglese ci sono di certo House e Home, e il perché è molto semplice. House sono le quattro pareti nelle quali si vive, la propria abitazione fisica. Ma quando questo luogo viene vissuto a fondo, quando si crea con esso un legame affettivo, allora si parla di Home, la Casa con la C maiuscola. È il posto che sa di famiglia, dove le preoccupazioni restano sullo zerbino e si trova il proprio equilibrio.
Ikea, in occasione del suo 75° compleanno, ha lanciato un catalogo tutto nuovo che, a mio parere, non offre soluzioni per la casa, ma dei modi di animare e organizzare la Casa.
Quest’ultimo progetto di Ikea si inscrive, in realtà, in un’idea di comunicazione molto più ampia promossa da molti brand. Sempre più spesso e con sempre maggiore convinzione, molti marchi stanno dicendo basta alla marchetta, alla presentazione del proprio prodotto come il migliore sul mercato. Il linguaggio che si adotta è quello dei propri clienti, si entra nelle loro vite, li si accompagna nelle loro scelte e lotte quotidiane. I brand si stanno, in poche parole, umanizzando.
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