La nostra identità visiva e la capacità di essere originali.

KIWI

Oggi, basta collegarci ad Internet per accedere a milioni di soluzioni grafiche pronte all’uso, ispirazioni visive di ogni tipo e  concept facili da usare a adattare. Inoltre, anche grazie ai social, c’è un’enorme varietà di illustratori e graphic designer che condivide quotidianamente il proprio lavoro, esponendolo pubblicamente. In uno scenario come questo, è difficile distinguersi. Ma, soprattutto, è difficile trovare la propria identità ed emergere. Quindi, come possiamo scoprire e sviluppare un linguaggio di comunicazione visiva che sia solo nostro, che ci renda unici e davvero originali?

Nella ricerca di un’idea, ci ritroviamo spesso su siti come Pinterest, Tumblr o Behance, che sono ottime fonti per trovare ispirazione perché ci mettono in contatto in brevissimo tempo con i trend del momento, con gli stili più cool e con i design emergenti. Ci sono poi corsi online che ci offrono metodologie e strumenti facili da apprendere e utilizzare,  scarichiamo contenuti stock che si adattano in un attimo a ogni esigenza, con poche rapide modifiche. Il nostro lavoro sembra più semplice, sopratutto quando non c’è tempo, come spesso succede, e dobbiamo trovare soluzioni da produrre velocemente. Ma qual è il vero prezzo da pagare? Essere sommersi da così tanti stimoli standardizzati e informazioni accessibili a tutti può essere opprimente e rivelarsi addirittura controproducente, perché il rischio è quello di limitare la capacità di creare contenuti originali.

Il risultato, infatti, è che spesso i lavori più cool e trendy di molti designer, art director fotografi e illustratori, in realtà, si assomigliano tutti. L’effetto “già visto” è sempre di più dietro l’angolo.