Siamo brand, oltre ai prodotti c’è di più.

KIWI
I brand sono come le persone: hanno sempre qualcosa da dire. Bisogna solo trovare le parole giuste. Online, nelle conversazioni tra gli utenti, non c’è più spazio per la self-promotion spinta. Oggi vince chi ha qualcosa da dire, e da dare: informazione, intrattenimento, confronto, storie vere.

Voce ai brand

Il vodcast offre proprio questo alle aziende che lo sanno sfruttare: è uno strumento che permette loro di raccontare e raccontarsi. È un mezzo potente che combina due aspetti fondamentali – audio e video – e permette di calare le maschere, le promozioni, le ads, e mostrare cosa c’è sotto: i valori che fanno nascere i brand e li spingono ogni giorno a combattere nella giungla del mercato. 
Il successo internazionale dei podcast negli ultimi anni ha reso chiara una cosa: le persone non hanno tempo da perdere, ma sopratutto amano trovarlo per ascoltare ciò che gli interessa. E per vederlo, ovviamente. Dato che ogni giorno su YouTube viene guardato oltre un miliardo di ore di video.

Cos’hai da dire?

Ancora oggi siamo costantemente bombardati da contenuti pubblicitari – compra questo, guarda quell’altro – e i consumatori non ne possono più di essere spinti a consumare. Con i video long-form, questo non può funzionare: bisogna parlare con la persona, non con il potenziale cliente e rispondere alle sue domande, ai suoi dubbi, dare voce alle sue paure e ansie, magari quelle che non ha il coraggio di esternare nemmeno a se stesso.

Per la buona riuscita di un vodcast è necessario trovare l’incastro perfetto tra ciò che il cliente vuole sentire e ciò che il brand ha da dire. Serve un insight, di quelli veri, che fanno scattare qualcosa dentro le persone. 
Da dove partire? Naturalmente dall’ascolto, perché non bisogna parlare sopra le persone. È ascoltando il mercato, le sue conversazioni, le sue molteplici voci, che un brand deve trovare la propria e capire quali sono i canali su cui essere, gli argomenti di cui parlare, scoprire ciò che il pubblico cerca, e darglielo.

Ogni cicatrice è una storia

“La vita ci tocca, lascia le sue tracce sulla pelle, ogni segno racconta chi siamo”. È questa l’idea che ci ha guidato nell’ideare la campagna #MySkinIsMyStory. Perché tutti abbiamo un segno sul corpo di cui ci vergogniamo, ingiustamente. E perché Nivea conosce bene la pelle delle donne. Chi più di lei ha l’autorevolezza per raccontare di smagliature, cicatrici, tatuaggi, lentiggini e tutti quei segni della pelle con cui combattiamo quotidianamente? Chi meglio del prodotto che da generazioni di donne viene applicato quotidianamente sul corpo, può permettersi di parlare di body shaming, delle ansie davanti a uno specchio, della paura di sentirsi diverse? Nasce così un racconto a più voci, reso possibile dal brand, su #Diversity e #BodyPositivity, che ha molto di più – e di vero – da raccontare.

Una campagna che parla. E fa parlare.

Quali sono stati gli ingredienti per questo vodcast? Una conduttrice attivista; sette donne pronte a mettersi a nudo, o almeno a farlo con la propria pelle; un salottino elegante e intimo. Il tutto servito sulla piattaforma di ricerca e condivisione video che 2 miliardi di persone scelgono per il proprio fabbisogno di contenuti. Ecco cosa c’è dietro la campagna Nivea Creme #MySkinIsMyStory.
https://www.youtube.com/playlist?list=PLDaWCCoUKIDLhbHecb-boxP9–3MvTS3H

Un vodcast con 250.000 visualizzazioni su YouTube e 25 milioni di impression sui social. 7 puntate, ospiti eccezionali ma mai viste così vere: da Elena Santarelli a Beatrice Valli, Sophia Salaroli, Paola Torrente. Selezionate per parlare di cosa significa bellezza, di come sentirsi a proprio agio con il corpo, come accettare le nostre imperfezioni, non come difetti ma unicità.
#MySkinIsMyStory ha portato l’argomento di conversazione anche fuori da YouTube: decine di influencer l’hanno condivisa, raccontata, mostrata, abbracciata e una strategia di amplification ha portato oltre 7.500.000 impressions e 9.500.000 swipe up.

La verità premia

Il progetto ha portato a un’impennata di brand awareness e recognition di Nivea, proprio tra i pubblici più giovani che ambiva a riconquistare. Quello che è successo è che la voce del brand è diventata quella dei consumatori.

È infatti estremamente importante per un brand trovare il modo di essere autentico e rilevante, inserirsi in modo credibile nelle conversazioni che contano per il proprio pubblico. Ma anche farlo in punta di piedi, delicatamente. I brand avranno più possibilità se sapranno mostrarsi attivisti, promotori dei valori in cui credono loro stessi e i consumatori. Solo così possono dare al proprio pubblico quella voce che mancava.

Se vuoi dare voce al tuo brand, contattaci.