Il potere degli NFT per ibrand: dall’arte alla comunicazione.

KIWI

Sicuramente hai già sentito parlare di NFT. I Non Fungible Token sono l’argomento più scottante del momento.

Dal mondo dell’arte e del collezionismo si stanno velocemente spostando in tutta una serie di ambiti molto interessanti, tra cui anche (e soprattutto) quello della comunicazione dei brand.

Quello che forse ti stai chiedendo però è cosa sia tutto questo fermento e come questi gettoni digitali si possano concretamente adattare alle esigenze delle aziende.

Se vuoi trarre nuovi spunti per promuovere il tuo brand, oppure sei semplicemente curioso e affascinato da questo nuovo trend, ti consiglio di leggere questo articolo fino alla fine!

Parleremo infatti di cosa sono esattamente questi celebri gettoni ma soprattutto andremo a vedere le idee più creative che alcuni brand hanno avuto per sfruttarli al meglio.

Cosa sono gli NFT e a cosa servono?

Per non dare nulla per scontato e avere ben chiare le potenzialità di questo strumento conviene partire dalle basi.

L’acronimo NFT sta per Non Fungible Token. Si tratta di gettoni crittografici, simili alle altre criptovalute di cui tanto si parla, ma che hanno la peculiarità di essere dei pezzi unici. Il concetto di “non fungibilità” si riferisce proprio alla loro unicità e indivisibilità ed è ciò che differenzia gli NFT dalle altre cripto, che invece possono essere divise e scambiate, risultando quindi “fungibili”.

Esattamente come qualsiasi altro dato memorizzato dentro una blockchain, gli NFT risultano in qualche modo garantiti perché posizionati in un “luogo” della rete in cui non possono più essere modificati né alterati da qualcuno.

Ciascuno di essi però porta anche con sé anche dai meta-dati che associano il token a un’opera (video, foto, immagine, traccia audio o qualsiasi altro tipo di formato digitale), creando un legame univoco e indissolubile.

Cosa c’è di speciale, ti chiedi? Esattamente questo.

Il valore innovativo degli NFT

Gli NFT rappresentano una rivoluzione nel mondo web perché danno la possibilità di vendere qualsiasi cosa prodotta digitalmente, associando ad essa un certificato di proprietà.

Che si tratti di una foto, di un video, di un post su un social, di una nota audio o di un meme (come l’ormai famosissimo Grumpy Cat), grazie al collegamento con un NFT questi diventa a tutti gli effetti una realtà tangibile, univoca, specifica e, pertanto…acquistabile.

E qui viene il bello. Perché se il collezionismo ci ha insegnato qualcosa, è che è nella natura umana voler “possedere”, anche se solo digitalmente, qualcosa di prezioso e unico. E quando quel qualcosa diventa letteralmente qualsiasi dato digitale, le cose si fanno interessanti.

L’esplosione nel mondo dell’arte

Il settore in cui il fenomeno si è fino ad ora maggiormente diffuso, ovviamente, è il mondo dell’arte. Gli NFT infatti forniscono un certificato elettronico che attesta l’unicità dell’opera e la sua proprietà, e ogni conseguente acquisto e passaggio di mano. Tra i primi artisti a cavalcare il trend con successo troviamo Beeple, che ha venduto la sua opera virtuale “The first 5000 days” per 69,3 milioni di dollari.

Se da un lato gli NFT puntano a risolvere un problema sentito da ogni artista digitale, quello della tutela della sua proprietà intellettuale, dall’altro hanno aperto nuove frontiere nel mondo degli investimenti, portando in breve tempo le più importanti case d’aste e i più ricchi miliardari a comprare e vendere NFT.

La possibilità di acquisire la proprietà di un’opera d’arte, anche se solo in formato digitale, sembra essere piaciuta molto ai collezionisti. Dimostra in modo interessante che non importa agli acquirenti possederla in modo tangibile, o il fatto che l’opera resti comunque a disposizione di tutti, ciò che conta per loro è rivendicarne la proprietà.

Dall’arte ai brand: la grande opportunità degli NFT

Questo concetto è un’opportunità incredibile per i brand, il cui limite è solo la fantasia del reparto marketing e la capacità di comprendere e valorizzare le più profonde motivazioni dell’animo umano.

Le aziende possono cavalcare in maniera strategica il trend, ad esempio creando asset digitali che per i clienti più fedeli meritano di essere collezionati.

Gli acquisti infatti non sono evidentemente sempre veicolati dalla reale necessità di possedere un bene o servizio: a volte le dinamiche in gioco sono più sottili e legate a bisogni di stima, di appartenenza, di riprova sociale, etc.

È questo che giustificherebbe la corsa delle persone all’acquisizione di un certificato di proprietà su prodotti digitali che non possono realmente possedere, ma che fornisce loro un valore intangibile molto più alto veicolato anche solo dalla vanità di esserne possessori.

Il nuovo marketing: come i brand stanno sfruttando gli NFT

Da quando sono esplosi, gli NFT hanno visto le più svariate applicazioni, andando a rappresentare qualsiasi tipo di file digitale: basti pensare che Jack Dorsey, CEO e co-fondatore di Twitter, ha venduto all’asta il suo primo tweet. “Just setting up my twitter” è la celebre frase, venduta a ben 2,9 milioni di euro.

E’ proprio la loro versatilità che rende gli NFT una grossa potenzialità per i brand.

Gli NFT hanno infatti introdotto nuovi modi di raccontare il brand e di interagire con i consumatori, posizionandosi a diversi livelli del customer journey.

Le nuove criptopatatine Pringles

Pringles ad esempio ha individuato una leva strategica nella possibilità di collaborare con il mondo dell’arte producendo dei tubi dorati contenenti il nuovissimo “gusto CryptoCrisp”. In realtà il tubo è ovviamente un’opera digitale in formato MP4 creata insieme all’artista Vasya Kolotusha, e di cui sono stati realizzati soltanto 50 NFT – andati ovviamente a ruba. Il ricavato è andato all’artista ovviamente, ma il noto marchio di patatine ha guadagnato enormemente in visibilità (e non solo tra gli appassionati di arte!).

NFT e beneficenza: il successo di Taco Bell

Un altro trend interessante è quello di devolvere in beneficienza il ricavato della vendita di NFT. Le persone sono infatti più inclini ad acquistare un prodotto di un determinato brand, figuriamoci un NFT, se questo segue valori in linea con i propri.

Un esempio è quello di Taco Bell, catena di fast food statunitense, che ha iniziato a vendere simpatiche immagini e GIF a tema cucina messicana, devolvendo il ricavato a sostegno della borsa di studio Live Màs.

La mossa di Taco Bell ha avuto il duplice vantaggio di creare brand awareness e sostenere una buona causa, entrambi potenti fattori comunicativi.

Il futuro della moda veste Gucci

Anche il mondo del fashion retail può trarre grossi benefici dagli NFT: un esempio è quello di Gucci, che ha recentemente messo all’asta di New York un NFT basato sul clip della recente sfilata della collezione Aria, devolvendo il ricavato all’UNICEF USA.

Inoltre è stato proprio Gucci nel Marzo 2021 a lanciare il primo paio di sneaker da collezione completamente digitali: se un fashion-addict tradizionale può faticare a comprendere il valore di questa scelta, si intravede in realtà in questa mossa una potenziale collaborazione tra il mondo fashion e quello del gaming che potrebbe cambiare per sempre le regole del gioco.

La generazione Z, sempre più interessata ai videogiochi, potrebbe infatti essere la prima a vestire i propri avatar con brand firmati. E brand come Gucci, attenti non solo alla propria lunga tradizione ma anche alle potenzialità di un futuro sempre più digitale, non stanno certo a guardare.

NFT e brand: cosa avverrà?

Questi sono solo alcuni dei modi in cui i brand hanno iniziato a utilizzare questa nuova tecnologia.

Gli NFT possono essere sfruttati nei più svariati modi proprio grazie alla possibilità di inserirsi all’interno di qualsiasi elemento digitale possa avere un valore per il consumatore: il limite, come dicevamo, è solo la fantasia. Soprattutto quando si tratta di marketing.

Non sappiamo quanto a lungo durerà l’interesse per gli NFT, è però certo che si tratta di un trend molto forte e ad ora in continua crescita, un trend che tutti coloro che lavorano in comunicazione e creatività dovrebbero tenere saldamente d’occhio perché ha le potenzialità per stravolgere il mondo che conosciamo.

Ciascun brand può sfruttare questa tendenza a seconda dei valori e degli interessi del proprio target. Consapevole di una grandissima verità, antica quanto le 4P del marketing: che nel nostro settore, “chi primo arriva meglio alloggia” non è solo un modo di dire, perché la visibilità ottenuta dai brand che stanno trovando modi innovativi di sfruttare gli NFT è praticamente impagabile.