All you need is insight

KIWI

Comunicazione e lettura del pensiero

Sempre di più i brand sono chiamati non a comunicare, ma ad ascoltare. Non a sovrastare la voce dei consumatori, ma ad amplificarla.
Gli utenti vanno di fretta, online e offline: corrono, e faticano a stare dietro al mondo che corre ancora più veloce intorno a loro. Il lavoro dei comunicatori e dei brand quindi è farsi trovare lì, esattamente dove i clienti necessitano, quando ne hanno bisogno.
Come? Con la sfera di cristallo? Con la lettura del pensiero? No. Con i dati.

Data is the new black

Non servono capacità di divinazione: il mondo digitale ci offre tutte le informazioni di cui possiamo necessitare per capire i consumatori.
I dati sono il petrolio del nuovo millennio. La parte difficile non è saperli estrarre, è leggerli. Un alfabeto complesso, fatto di lettere che cambiano a seconda del contesto e di parole dai significati multipli, per imparare a leggere gli aspetti più importanti e intimi della natura umana. Chi riesce a far parlare i dati e ad analizzare gli spazi fra essi, ha in mano il Santo Graal della comunicazione.

Cosa pensano le persone, veramente? Fuori dai focus group, lontano dai megafoni e dai microfoni, dietro i sondaggi e i “dicci la tua”. Cosa le muove, cosa le spaventa, cosa le eccita?
Solo rispondendo a queste domande è possibile creare campagne di comunicazione davvero d’impatto: quelle che fermano gli automobilisti per strada davanti a un cartellone, o in grado di interrompere l’incessante scroll-down sui social. Quelle che riescono non solo a comunicare, ma ad emozionare.

La parola magica è “customer insight”

Insight è una parola complessa. Indica una consapevolezza completa, chiara e totale. Ma anche improvvisa, quasi sorprendente. Una scoperta geniale: eureka!
Quelle idee che colpiscono nella doccia, o che svegliano la notte, inaspettate… sono impossibili da imbottigliare e produrre in serie, no? No, perché produrre idee geniali è il lavoro dei comunicatori.  E trovare continuamente customer insights è il pane quotidiano del team KIWI.

Si tratta di scovare quei comportamenti autentici, quelle idee basilari, quei pensieri segreti e nascosti che accomunano le persone, che le fanno sentire parte di qualcosa.
Di aprire la porta sui comportamenti e bisogni non scontati che muovono i clienti nel profondo: vere e proprie intuizioni, materiale grezzo ma potente su cui costruire campagne di comunicazione non solo efficaci, ma memorabili.

La materia prima può essere sfuggente, ma il contenitore è di semplice produzione. Nasce da un’analisi approfondita che si basa su osservazione e deduzione. La ricetta: studio dei dati, metodo, lavoro di squadra. E improvvisamente il genio è nella lampada.

Attenzione: idee in corso!

Partiamo dalle basi: il brief è sempre la prima lampada magica da strofinare. Infatti, conoscere il brand, le sue esigenze, le sue ambizioni, permette di preparare il terreno di gioco su cui iniziare la ricerca.

E poi ci si mette in ascolto. I consumatori parlano, se li si sa ascoltare. E online, nella sicurezza dei loro dispositivi, sono molto più sinceri che nei focus group. Bisogna analizzare il conversato online riguardo il brand e l’intera industry, la community e la relazione con le marche, quella che viene definita sentiment analysis: la traccia vocale profonda e sincera del pubblico target.

Ed ecco che appaiono le prime informazioni: le opportunità spuntano come margherite. “Queste esigenze non sono ancora state soddisfatte” oppure “qui il brand potrebbe rispondere, ma non è ancora stato fatto”. Ecco, le pedine sono in posizione: che la ricerca dell’insight abbia inizio.

Certi insight non si scordano mai

Un diritto inalienabile

Quante cose ascoltiamo ogni giorno non ci interessano affatto? Social, famiglia, lavoro, amici… Quante conversazioni inutili, quante informazioni che non ci piacciono. Non solo libertà d’espressione: dovrebbe essere un diritto anche la libertà di ascolto.
Ecco l’insight.
La risposta? Audible: il servizio per scegliere cosa ascoltare, come e quando si vuole, e trovare sempre ciò che interessa veramente. Un audiolibro può salvare da ogni ascolto sgradito, dal qualunquismo sulla politica all’attacco delle fake news.

Ma non è solo una questione di idea: anche il contenitore conta. Il vero insight non riguarda solo il consumatore ma anche il suo modo di interagire con il brand, cioè il punto esatto del customer journey in cui posizionarlo.
Solo interconnettendo queste due variabili si possono creare campagne memorabili e di cui gli utenti fruiscono in modo naturale.

Una nuova filosofia di vita

È così che un pacchetto di noodles liofilizzati si trasforma in una filosofia di vita: #TakeEatEasy. E che Saikebon diventa il brand simbolo di una nuova classe di eroi, emersi con la pandemia: il popolo del divano, la gente del microonde, la comunità dei pelandroni.
Scherniti e ghettizzati fino a poco tempo prima, durante il lockdown sono diventati gli eroi del momento, in grado di guidare il mondo attraverso le lunghe settimane di isolamento con ironia e adattabilità.  Sono i campioni del “take eat easy” e del godersi l’obbligato relax, e Saikebon è la loro fedele arma.
Da un creator all’altro, tra un influencer e una celebrity, il famoso pacchetto rimbalza sui social, dai profili Instagram a quelli TikTok, sfociando in una vera e propria challenge per raccontare l’utilizzo del prodotto in maniera easy, con più rumore possibile, divertendosi.

È questa la potenza di un vero customer insight: permette di posizionare il prodotto fuori dagli scaffali dei supermercati e dentro la vita delle persone. Così che non ci sia più un competitor alla stessa altezza degli occhi del cuore.

Vorresti una mano per strutturare la tua prossima campagna intorno a un vero, originale customer insight? Contattaci per lavorarci insieme.